Le verità

Non è apprendere che la relazione che stavo provando a vivere, sia finita. È comprendere consapevolmente che la stavo vivendo da sola. Riconoscere che dall’altra parte c’era solo un passare del tempo insieme. Questo fa più male di ogni abbandono, quando ci credi.

Non mi basta neppure averci provato e essermi data una possibilità. Mi restano dei ricordi fatti di mezze verità. Mesi vissuti su proiezioni fantasma.

Ho imparato a mettermi in discussione sulla capacità di poter accogliere e non sabotarmi. Dare il giusto peso alle piccole incomprensioni quotidiane. Cercare di essere più trasparente. Mettermi a nudo, per la prima volta e donarmi, esattamente come sono, senza aver timore di non essere abbastanza.

Fa male. Fa male a sentirlo scivolare dentro, pensarlo, scriverlo.

Se non lo faccio uscire però, ho paura di ingoiare un gomitolo di dolore e rabbia e lasciarlo scendere nel profondo, come zavorra pesantissima.

Vorrei tornare a stare bene, a sorridere, a cogliere il bello in quello che incontro ogni giorno ed aprire le braccia quando sarà, al nuovo che arriverà.

Così

Camminare. Musica alta e passo veloce.

Camminare per non pensare. Camminare e pensare troppo.

Di quanto il dolore si concentri esattamente in fondo allo stomaco. Di quanto tutto quello che incontro è un contorno che mi lascia indifferente.

Camminare fino a sentire le gambe tremare. Stancarmi e continuare fino a contare i passi che riportano a casa, con la testa piena di musica e pensieri. Stremata.

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Questa notte sarà diversa. Sarà la prima di tante altre notti senza la tua voce ad accompagnarmi verso il sonno. Dormirò ugualmente, perché crollerò sfinita da questo dolore che mi trapassa. Dormirò con l’amarezza che mi scivola in gola.

Anche il risveglio non sarà più lo stesso. Sarà difficile non trovarti e saperti altrove. Dovrò abituarmici senza indurirmi. Dovrò ritornare a pensare dispari impedendo a me stessa di farne una barriera.

Punto e a capo

Appena rientro le lacrime irrompono invisibili; colano dense in gola. Quasi mi soffocano.

Pranzo quasi in silenzio e non riesco ancora a credere di aver vissuto queste stanze per più di due mesi. È tutto molto freddo adesso.

È nella stanza magenta, la mia stanza che il pianto mi riempie. Mi vedo come acqua in un vaso il cui livello inizia a crescere e debordare.

Poi il vento, mio amato, entra e mi avvolge, tenero e rassicurante. Soffia vita in me, mi sveglia. Con la fine della pioggia sono finite anche le mie lacrime.

Ora posso davvero dire, punto e a capo.

#sessantacinque

Ho ritrovato questa foto. Ha segnato un momento dove avevo speranza per qualcosa di nuovo.

La ritrovo oggi. Prima di abbandonare il tempo sospeso e accogliere il mio nuovo inizio.

La prendo come un segno, per far mio tutto il buono che arriverà. Perché ogni giorno porterà qualcosa di buono. Mi riprometto di non smettere mai di riconoscerlo.

#sessantaquattro

Si avvicina il giorno del mio rientro. Sono tesa e timorosa di non riuscire a riconoscere il mio quartiere, la mia città.

Penso a mio nipote, che lascio a malincuore. Mi mancheranno i suoi baci leggeri e gli abbracci lunghi e silenziosi.

Mi mancheranno molte cose. Altre le ritroverò. Poi ci saranno quelle nuove. Da riconoscere e fare mie. Ci penso e mi chiedo se sono realmente pronta.

Non so rispondermi, ma devo mettermi alla prova. Di nuovo. Finalmente.